Giorno: 9 dicembre 2016

crisi della coppia

Crisi della coppia

Quando riconoscersi in una crisi della coppia

La crisi della coppia è una problematica secolare, quali sono le differenze tra una coppia sana e una malata?

Nelle primissime fasi costitutive, tutte le coppie sottoscrivono un contratto la cui caratteristica principale è quella di somigliare ad un iceberg: la parte emersa, che ha funzione di contenimento e forza unificante è costituita da norme esplicite e accordi consapevoli e le norme sociali; la parte sommersa è quella costituita da vincoli non consapevoli di natura affettivo-emotiva, che riguardano principalmente la necessità di convalidare una specifica immagine di sé e di soddisfare alcuni bisogni.

Bowen

“contratto fraudolento”: ognuno dei contraenti coglie l’immagine dei bisogni profondi dell’altro e agisce come se proprio lui dovesse essere quello che li soddisferà, pur essendo realisticamente impossibile sia per l’uno che per l’altro vivere tenendo fede a questo accordo. Nella fase dell”innamoramento ognuno propone inconsapevolmente, con grande abilità, un’immagine ideale di sé; il partner sarà più o meno attratto da questa illusione nella misura in cui la stessa corrisponde alla soluzione di antichi bisogni profondi.

Volendo guardare alla coppia in termini processuali si prevede una prima fase caratterizzata dalla illusione ed una successiva dalla delusione, a cui seguono possibili percorsi evolutivi di quest’ultima.

“Illusione—Delusione—Crisi di coppia—Disillusione”, “
Illusione—Delusione—Elusione della crisi (non accede né alla crisi né alla delusione)”, “
Illusione—Delusione—crisi—Circuito della delusione (accede alla crisi e non alla disillusione)”.

Percorso A:

al riconoscimento della delusione e alla crisi segue un progressivo processo evolutivo di accettazione della realtà propria e dell’altro ( le cosiddette coppie sane).

L’ottica sistemica ci permette di cogliere nel loro dinamismo i processi che riguardano i sistemi umani e ci chiarisce le implicazioni della flessibilità o rigidità di questi, ai fini del sano sviluppo degli individui. La coppia in quanto sistema umano aperto, è caratterizzata dalla costante necessità di adeguarsi ai cambiamenti degli individui che la compongono e degli altri sistemi a cui è connessa.

In una coppia “sana” è prevista la possibilità di modificare il contratto iniziale, in pratica di sopportare l’idea che l’accordo iniziale venga disatteso e sia rinegoziato. Quindi la coppia affronta con successo un processo di revisione non solo delle regole ma anche dei bisogni profondi e dell’immagine di sè che le avevano determinate.

Percorso B:

l’elusione della crisi può essere descritta come l’insieme delle modalità messe in atto dai partner per evitare di riconoscere vissuti legati alla delusione. Vi è l’impossibilità per la coppia di misurarsi con la delusione, la crisi di coppia non appare, è”invisibile”.

Le angosce sono profonde ma vi è impossibilità di espressione ed elaborazione di queste. Questo tipo di relazione coniugale viene definito dalla Selvini come “stallo di coppia”, disturbo che solitamente comporta sintomatologie border-line gravi o psicotiche nella coppia o nella prole.

Lo stallo ha la funzione di evitare l’escalation e di conseguenza preserva la coppia dal pericolo della rottura. In queste coppie vi è assenza di vere crisi coniugali anzi dall’esterno potrebbero facilmente essere definite come coppie “ideali”. Tutte le emozioni e le tensioni ruotano intorno al sintomo e sembrano riguardare solo questo come se in sua assenza tutto sarebbe perfetto.

Percorso C:

possibilità per la coppia di misurarsi con la delusione attraverso la produzione di un conflitto manifesto ed osservabile. Vi è tuttavia impossibilità di sviluppare risorse per il superamento della crisi che nel tempo diviene elemento stabile della relazione di coppia.

In questo “patto emotivo” la crisi viene inconsapevolmente espressa attraverso litigi futili o lo stabilizzarsi di configurazioni sintomatiche finalizzate all’estrema difesa del/dal mondo illusorio interiore. Coppie che mostrano forti reazioni emotive come elemento stabile degli scambi reciproci, segnalano che i partner sia pure in un contesto di svincolo accettabile dalle famiglie di origine, non hanno sviluppato un livello di autonomia individuale.

Tutto ciò si traduce in una caratterizzazione della diade per una più o meno alta tendenza a ricercare modalità simbiotiche di coesione(fino all’invischiamento), inversamente proporzionali ad una più o meno alta possibilità di funzionamento autonomo.

La fissazione della crisi ha funzione di “magica” barriera nei confronti dell’angoscia interna. Questo processo involutivo non è tuttavia in grado di preservare i partner dallo sperimentare sentimenti di sofferenza e dolore .
Su cosa si fonda la possibilità per alcune coppie di superare i passaggi problematici del ciclo vitale?

E’ ipotizzabile che la risposta sia da ricercare nella qualità degli apprendimenti e dei vissuti infantili dei partner e nelle caratteristiche del loro svincolo dalle famiglie di origine. Ogni famiglia ha un suo stile, rispetto al modo di concepire e di conciliare identità e appartenenza e questo si riflette sulle vicende dello sviluppo dei figli. . Uno dei cardini “segreti” che sostengono il contratto tra partner è la garanzia di intoccabilità dell’immagine di sé strutturatasi nella famiglia di origine che ora ognuno propone all’altro.

Tra passato e presente non vi è un legame di causa—effetto. Affinché gli elementi del nostro passato possano amplificarsi fino a diventare dominanti in un rapporto specifico è necessario un contesto particolare: un sistema / coppia che entrambi hanno contribuito a creare e che, retto da proprie leggi, costringe a vivere all’interno di regole rigide e di circoli viziosi in apparenza intollerabili . Ciò significa che ciascun partner porta del suo all’avventura di coppia coniugale, ma anche che è l’incastro di bisogni, desideri e paure a costituire la peculiarità di quella coppia, il suo inedito.

Un bravo psicologo psicoterapeuta è in grado di identificare la terapia adeguata alla situazione della coppia stessa, essa potrà essere individuale o di coppia, ma anche familiare….

ansia

Ansia Angoscia Panico

Cos’è l’ansia?

Ansia è uno stato di sofferenza nel contempo fisico e psichico, caratterizzato da un timore diffuso, da un sentimento di insicurezza, di disgrazia imminente. L’ansia può essere vaga, senza un oggetto riconoscibile ovvero riguardare specifici oggetti od eventi. Gli psichiatri preferiscono parlare di ansia in riferimento ai soli aspetti psichici dell’emozione in questione, mentre impiegano il termine angoscia quando in concomitanza si hanno manifestazioni somatiche abbastanza vistose, quali costrizione toracica, accelerazione dell’attività cardiaca, disturbi vasomotori.

Nel linguaggio comune è frequente utilizzare il termine angoscia per riferirsi ad uno stadio più grave dell’ansia.

Ansia normalmente agisce da pungolo per risolvere un problema.

Parafrasando Ancona: l’angoscia corrisponde alla situazione di trauma, cioè ad un afflusso di eccitazioni non controllabili perché troppo grandi….. l’ansia corrisponde ad un processo di adattamento di fronte alla minaccia di un pericolo realistico….. questo processo è una funzione dell’io che se ne serve come di un segnale, dopo averla prodotta, per evitare di venire sommerso dall’afflusso traumatico delle eccitazioni.

Cosa sono gli attacchi di panico

Gli attacchi di panico durano generalmente solo alcuni minuti ma causano al paziente una considerevole angoscia. L’attacco ha un inizio improvviso, raggiunge rapidamente l’apice ed è spesso accompagnato da una sensazione di pericolo o di catastrofe imminente, oltre ad allarmanti sintomi fisiologici, come soffocamento, vertigini, sudorazione, tremore e tachicardia, viene descritta solitamente la paura come intensa e di aver pensato di essere in procinto morire,di potere perdere il controllo, di avere un infarto di “impazzire”.

La maggior parte dei pazienti con attacchi di panico soffre anche di agorafobia (paura di essere intrappolati in un luogo o in una situazione dai quali la fuga può essere difficile o imbarazzante) e quando gli attacchi sono ricorrenti sviluppano una forma secondaria di ansia anticipatori, preoccupandosi perennemente di dove e quando avverrà l’attacco successivo, con conseguente riduzione della mobilità (es.ridurre i viaggi, evitare l’autostrada,etc).

Un bravo psicologo psicoterapeuta riconosce e sa guarire nella maggior parte dei casi queste tre sofferenze psicologiche.

depressione

Depressione

Quali sono i sintomi della depressione?

La depressione è un’alterazione del tono dell’umore che viene descritto come, triste e senza speranza a cui si accompagnano sentimenti di svalutazione e colpa.

È caratterizzata da:

  • Disturbi somatici e neurovegetativi che comprendono  alterazione dell’appetito e del peso, diminuzione dell’interesse sessuale;
  • Disturbi dell’affettività con sentimenti improntati ad una tristezza profonda che resiste alle sollecitazioni esterne a ciò si aggiunge una progressiva perdita di interesse per la vita;
  • Inibizione del pensiero che comporta difficoltà a pensare, a prendere decisioni ed a concentrarsi;
  • Ricorrenti pensieri di morte o ideazione suicidaria accompagnano costantemente la vita del depresso.

La depressione può risolversi in poco tempo quando e se ci si affida ad un bravo psicologo o ad un buon psicoterapeuta, importante è non sottovalutare i sintomi e lasciare che la situazione degeneri.

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