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crisi della coppia

Crisi della coppia

Quando riconoscersi in una crisi della coppia

La crisi della coppia è una problematica secolare, quali sono le differenze tra una coppia sana e una malata?

Nelle primissime fasi costitutive, tutte le coppie sottoscrivono un contratto la cui caratteristica principale è quella di somigliare ad un iceberg: la parte emersa, che ha funzione di contenimento e forza unificante è costituita da norme esplicite e accordi consapevoli e le norme sociali; la parte sommersa è quella costituita da vincoli non consapevoli di natura affettivo-emotiva, che riguardano principalmente la necessità di convalidare una specifica immagine di sé e di soddisfare alcuni bisogni.

Bowen

“contratto fraudolento”: ognuno dei contraenti coglie l’immagine dei bisogni profondi dell’altro e agisce come se proprio lui dovesse essere quello che li soddisferà, pur essendo realisticamente impossibile sia per l’uno che per l’altro vivere tenendo fede a questo accordo. Nella fase dell”innamoramento ognuno propone inconsapevolmente, con grande abilità, un’immagine ideale di sé; il partner sarà più o meno attratto da questa illusione nella misura in cui la stessa corrisponde alla soluzione di antichi bisogni profondi.

Volendo guardare alla coppia in termini processuali si prevede una prima fase caratterizzata dalla illusione ed una successiva dalla delusione, a cui seguono possibili percorsi evolutivi di quest’ultima.

“Illusione—Delusione—Crisi di coppia—Disillusione”, “
Illusione—Delusione—Elusione della crisi (non accede né alla crisi né alla delusione)”, “
Illusione—Delusione—crisi—Circuito della delusione (accede alla crisi e non alla disillusione)”.

Percorso A:

al riconoscimento della delusione e alla crisi segue un progressivo processo evolutivo di accettazione della realtà propria e dell’altro ( le cosiddette coppie sane).

L’ottica sistemica ci permette di cogliere nel loro dinamismo i processi che riguardano i sistemi umani e ci chiarisce le implicazioni della flessibilità o rigidità di questi, ai fini del sano sviluppo degli individui. La coppia in quanto sistema umano aperto, è caratterizzata dalla costante necessità di adeguarsi ai cambiamenti degli individui che la compongono e degli altri sistemi a cui è connessa.

In una coppia “sana” è prevista la possibilità di modificare il contratto iniziale, in pratica di sopportare l’idea che l’accordo iniziale venga disatteso e sia rinegoziato. Quindi la coppia affronta con successo un processo di revisione non solo delle regole ma anche dei bisogni profondi e dell’immagine di sè che le avevano determinate.

Percorso B:

l’elusione della crisi può essere descritta come l’insieme delle modalità messe in atto dai partner per evitare di riconoscere vissuti legati alla delusione. Vi è l’impossibilità per la coppia di misurarsi con la delusione, la crisi di coppia non appare, è”invisibile”.

Le angosce sono profonde ma vi è impossibilità di espressione ed elaborazione di queste. Questo tipo di relazione coniugale viene definito dalla Selvini come “stallo di coppia”, disturbo che solitamente comporta sintomatologie border-line gravi o psicotiche nella coppia o nella prole.

Lo stallo ha la funzione di evitare l’escalation e di conseguenza preserva la coppia dal pericolo della rottura. In queste coppie vi è assenza di vere crisi coniugali anzi dall’esterno potrebbero facilmente essere definite come coppie “ideali”. Tutte le emozioni e le tensioni ruotano intorno al sintomo e sembrano riguardare solo questo come se in sua assenza tutto sarebbe perfetto.

Percorso C:

possibilità per la coppia di misurarsi con la delusione attraverso la produzione di un conflitto manifesto ed osservabile. Vi è tuttavia impossibilità di sviluppare risorse per il superamento della crisi che nel tempo diviene elemento stabile della relazione di coppia.

In questo “patto emotivo” la crisi viene inconsapevolmente espressa attraverso litigi futili o lo stabilizzarsi di configurazioni sintomatiche finalizzate all’estrema difesa del/dal mondo illusorio interiore. Coppie che mostrano forti reazioni emotive come elemento stabile degli scambi reciproci, segnalano che i partner sia pure in un contesto di svincolo accettabile dalle famiglie di origine, non hanno sviluppato un livello di autonomia individuale.

Tutto ciò si traduce in una caratterizzazione della diade per una più o meno alta tendenza a ricercare modalità simbiotiche di coesione(fino all’invischiamento), inversamente proporzionali ad una più o meno alta possibilità di funzionamento autonomo.

La fissazione della crisi ha funzione di “magica” barriera nei confronti dell’angoscia interna. Questo processo involutivo non è tuttavia in grado di preservare i partner dallo sperimentare sentimenti di sofferenza e dolore .
Su cosa si fonda la possibilità per alcune coppie di superare i passaggi problematici del ciclo vitale?

E’ ipotizzabile che la risposta sia da ricercare nella qualità degli apprendimenti e dei vissuti infantili dei partner e nelle caratteristiche del loro svincolo dalle famiglie di origine. Ogni famiglia ha un suo stile, rispetto al modo di concepire e di conciliare identità e appartenenza e questo si riflette sulle vicende dello sviluppo dei figli. . Uno dei cardini “segreti” che sostengono il contratto tra partner è la garanzia di intoccabilità dell’immagine di sé strutturatasi nella famiglia di origine che ora ognuno propone all’altro.

Tra passato e presente non vi è un legame di causa—effetto. Affinché gli elementi del nostro passato possano amplificarsi fino a diventare dominanti in un rapporto specifico è necessario un contesto particolare: un sistema / coppia che entrambi hanno contribuito a creare e che, retto da proprie leggi, costringe a vivere all’interno di regole rigide e di circoli viziosi in apparenza intollerabili . Ciò significa che ciascun partner porta del suo all’avventura di coppia coniugale, ma anche che è l’incastro di bisogni, desideri e paure a costituire la peculiarità di quella coppia, il suo inedito.

Un bravo psicologo psicoterapeuta è in grado di identificare la terapia adeguata alla situazione della coppia stessa, essa potrà essere individuale o di coppia, ma anche familiare….

Relazione instabile

Relazione instabile

Quando possiamo definire una relazione instabile ?

È frequente arrivare intorno ai 40anni, più spesso per le donne, e avere una relazione instabile. Desiderare un figlio ma non avere un partner affidabile per un progetto costruttivo. Esempio sposato, sfuggente, non intenzionato a convivere. Chiediamoci il motivo. Non è casuale se guardandoci indietro vediamo una serie di relazionali poco impegnative non dal punto di vista emotivo, anzi….. ma costruttivo.

E’ molto probabile che c’è una inconsapevole responsabilità difficile da individuare.

Va ricercata nella storia familiare, nei rapporti significativi della vita che involontariamente hanno creato degli schemi mentali in base ai quali ci si lega ad una persona piuttosto che ad un’altra andando contro i propri desideri.

I suggerimenti di un bravo psicologo nella maggior parte dei casi porta alla risoluzione in tempi brevi.

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Il fatto che i rapporti siano sempre difficili da gestire, non è un segreto né una novità ,come del resto non è un segreto …

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