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Diventare genitori

Oggi cosa è cambiato?

In questi ultimi anni diventare genitori ha assunto caratteristiche peculiari che ne hanno modificato sostanzialmente la natura rispetto al recente passato. In primo luogo, avere dei figli è diventato un evento sempre più raro.

In secondo luogo, si diventa genitori più tardi nella vita. Una terza caratteristica è che si tratta di un evento sempre più scelto.

Lo documentano i comportamenti contrastanti delle coppie che da un lato si impegnano a evitare gravidanze indesiderate e dall’altro non accettando l’eventuale sterilità decidono di avere un figlio a tutti i costi. Voler diventare genitori a tutti i costi.

Soffermiamoci a considerare il versante problematico di questa tendenza culturale che caratterizza il rapporto con il figlio. Un figlio scelto è, infatti spesso “caricato” di notevoli aspettative, e corre il rischio di essere concepito e immaginato come un modo di realizzare le persone dei genitori, più che come autonomo valore in sé.

La conseguenza di questa mentalità autocentrata è che i genitori finiscono per investire in modo eccessivo nei pochi figli che mettono al mondo e ciò può costituire per le nuove generazioni un problema poiché esse sentono di dover corrispondere a una impegnativa immagine di sé.

Infine l’ultima caratteristica che definisce in modo specifico la transazione alla genitorialità riguarda le mutate attese da parte della coppia rispetto al ruolo genitoriale. Come è noto all’interno della coppia tradizionale i ruoli genitoriali erano ben definiti e suddivisi.

Il padre tendenzialmente autoritario e più staccato dalla vita familiare, considerava la nascita un “evento femminile” che riguardava la madre sia in termini organizzativi che psicologici. La moglie, da parte sua, conosceva il suo destino; non richiedeva al marito un impegno preciso per la cura del figlio, ma piuttosto un riconoscimento per aver adempiuto al compito.

La situazione, oggi, è cambiata, per esigenze di entrambi: le donne più orientate al successo sociale, e gli uomini con un maggiore coinvolgimento nella vita familiare.

In realtà uno degli aspetti particolarmente problematici indotti dall’evento nascita è che esso mette in atto una sorta di tradizionalizzazione dei ruoli sessuali che sembra smentire e andare contro le aspettative relative a una paritaria gestione e condivisione all’interno della coppia dell’accudimento dei figli.

Le neomadri si fanno carico della maggior parte delle incombenze, mentre i padri, che si immaginano prima della nascita molto coinvolti nella relazione con il bambino, di fatto vivono questa esperienza più ai margini del previsto.

E’ da sottolineare come non sia tanto l’impegno concreto a costituire una difficoltà per la coppia quanto la violazione delle aspettative. C’è la violazione dell’attesa nella misura in cui non solo l’altro non corrisponde alle aspettative, ma anche, e soprattutto, non vi è la possibilità di ri-trattarle congiuntamente.

A sua volta la condivisione si rivela per quella che è, non una divisione alla pari, ma un sentimento di equa messa in comune dell’impegno che sostiene il patto tra genitori.

Nel corso del tempo la coppia dovrà definire lo stile di parenting, vale a dire il tipo di condotta e di impegno che intende più o meno consapevolmente tenere nella relazione con il figlio. Come esercitare la propria funzione genitoriale? Quali modalità educative possono essere condivise?

Ciò non significa comportarsi alla stessa maniera nei confronti del figlio, ma maturare uno stile di relazione che consenta al figlio di sperimentare una continuità di azione educativa da parte dei genitori.

Diventare genitori, la suddivisione dei ruoli

Solo qualche decennio fa la suddivisione rigida dei ruoli consentiva di individuare nella madre la custode del codice affettivo e nel padre il depositario del codice etico.

I compiti educativi erano suddivisi in modo chiaro, così come era evidente che il contenuto dell’educazione variava in funzione del sesso del figlio.

Attualmente tale divisione è meno netta e lo stile di parenting di entrambi i genitori è esercitato in maniera più flessibile e meno legata a rigide prescrizioni di ruolo. Il codice materno e quello paterno sono sentiti come intercambiabili.

Ciò costituisce un arricchimento sia per la coppia che per i figli, non bisogna però trascurare gli aspetti critici di questa situazione.

Un primo rischio è che la flessibilità nei comportamenti legati al ruolo paterno e materno possa dare origine a una confusione circa l’assunzione delle responsabilità.

Dal momento poi che è più gratificante per il genitore comportarsi secondo il codice di tipo affettivo che non secondo quello etico, la coppia rischia di colludere su questo aspetto e trovarsi poi in difficoltà quando è chiamata a prendere decisioni comuni che riguardano gli orientamenti educativi da tenere nei confronti del figlio.

Un altro rischio è che la coppia non presti la dovuta attenzione alla differenza di genere dei propri figli.

Sempre di più nella nostra società le strategie educative puntano a ridurre le differenze tra maschi e femmine, spingono verso l’uniformità e l’uguaglianza e, di conseguenza, le aspettative nei confronti dei figli risultano tendenzialmente simili, indipendentemente dalla loro appartenenza sessuale.

Quanto tale atteggiamento uniformante favorisce la costruzione di una sicura identità di genere o, invece, l’emergere e il consolidarsi di inquietanti confusioni?

Diventare genitori è un evento importante nella vita di un essere umano, non sottovalutare però i comuni errori di comportamento.

 

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