Terapia Familiare

Quando è necessaria una terapia familiare?

La terapia familiare è una soluzione adeguata nelle situazioni in cui c’è un rapporto significativo tra disagio, comportamento disturbato da un lato, crisi o difficoltà del nucleo dall’altra. L’intervento specifico sul sistema familiare si avrà pertanto solo nei casi in cui il disagio o il comportamento sintomatico siano legati alle disfunzioni delle relazioni interpersonali del gruppo famiglia. L’intervento con il sistema familiare è un’occasione privilegiata per mobilitare le risorse del nucleo familiare, per ritrovare un percorso e un pensiero comune.

I terapeuti intervengono pensando alla famiglia come ad una unità organizzativa primaria.

Anche il comportamento patologico può essere ridefinito come uno squilibrio funzionale che investe l’intero sistema familiare, anziché solo come una difficoltà esperita dal singolo individuo, ciò non significa spostare l’attenzione dall’individuo inteso come malato alla famiglia intesa come famiglia malata o peggio patogena, ma valorizzare le relazioni interpersonali, il gruppo come risorsa per la promozione della salute.

Nella terapia sistemica-relazionale, il terapeuta, allargando il discorso dal singolo individuo alle reti di relazione ai contesti comunicativi in cui l’individuo è inserito, si muove secondo l’ipotesi di individuare il sistema interpersonale che sia significativo rispetto alle difficoltà, al disagio psicologico o al comportamento sintomatico per modificare regole di relazione interpersonali e modalità comunicative disfunzionali al processo di sviluppo e di realizzazione dei propri bisogni e delle potenzialità del singolo e del suo sistema familiare.

L’intervista relazionale dà all’osservatore la possibilità di esplorare la realtà della famiglia. Essa si svolge secondo precisi criteri,.che si fondano su ipotesi di funzionamento familiare all’interno di una evoluzione trigenerazionale. Essi vengono utilizzati dal terapeuta come “cornice” in cui inserire i dati di informazione, che sono quindi connessi in maniera nuova rispetto al consueto modo che la famiglia ha di percepire la propria realtà.

Compito del terapeuta sarà allora quello di introdurre differenze e variazioni nelle immagini fornite dalla famiglia, formulando ipotesi che ne mettano in discussione il loro carattere “assoluto”.

Nel proporre differenze egli non ritiene che il proprio punto di vista sia più giusto di quello della famiglia, né crede che sia il portatore della verità…

Le ipotesi delle famiglie sono di solito lineari, presuppongono cioè che un comportamento possa essere determinato da caratteristiche proprie dell’individuo (…è timido perché ha un brutto carattere) o da cause esterne (è timido perché suo padre era autoritario), invece l’ipotesi triadica che un più complesso sistema di significati storicamente determinato e costituito dall’insieme dei valori, dei miti e delle regole apprese dall’individuo nella sua famiglia di origine, si ponga come punto di orientamento rispetto ad ogni comportamento…

Il terapeuta contrappone ad una logica lineare una comprensione circolare degli eventi, seguendo uno schema trigenerazionale.

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